L’Europa implementa la legge sull’accessibilità per garantire servizi inclusivi. Le imprese dovranno adeguarsi entro il 2025. Progressi e sfide nell’attuazione.
L’obiettivo è rimuovere gli ostacoli e rendere più semplice l’accesso a servizi e strumenti per le persone che, ogni giorno, devono fare i conti con una disabilità. In Europa sono circa 100 milioni. A quattro mesi dall’entrata in vigore della legge europea sull’accessibilità (Eaa), avvenuta il 28 giugno, l’attenzione si concentra ora sulla fase di attuazione concreta: un passaggio decisivo per garantire che prodotti e servizi chiave – dai telefoni ai computer, dai servizi bancari e di pagamento ai trasporti pubblici, fino alle piattaforme di e-commerce e alle comunicazioni elettroniche – siano realmente accessibili alle persone con disabilità.
La Commissione europea ricorda che l’Eaa «mira a ridurre le barriere che le persone con disabilità devono affrontare quotidianamente e a consentire loro di partecipare pienamente alla società». Nei diversi Paesi membri sono già in corso verifiche e adeguamenti, con le imprese chiamate a conformarsi ai nuovi requisiti entro il 2025 e, per alcuni settori, entro il 2026.
Il principio è chiaro: «Prodotti e servizi selezionati venduti nell’Ue devono ora soddisfare requisiti comuni di accessibilità», si legge in un documento della Commissione europea. Ciò include, ad esempio, dimensioni dei caratteri adeguate e funzionalità di sintesi vocale nei terminali di pagamento self-service, negli e-reader e negli smartphone. Le disposizioni si applicano anche a bancomat, trasporti pubblici e canali digitali, con l’obiettivo di garantire esperienze d’uso inclusive per tutti i cittadini.
Come si applicano le disposizioni
Disposizioni che hanno un’applicazione sul piano pratico. Nel trasporto pubblico, per esempio, gli operatori dei sistemi «devono riferire sull’accessibilità delle stazioni e dei loro servizi. Le informazioni sui servizi di trasporto, come gli orari o l’acquisto dei biglietti, e gli schermi informativi nelle stazioni devono essere accessibili». Per quanto riguarda il numero di emergenza dell’Ue 112, «le persone con difficoltà di comunicazione possono accedere ai servizi di emergenza utilizzando voce, testo o video in tempo reale e da qualsiasi parte dell’Unione europea». Non meno importante l’aspetto legato al denaro e all’utilizzo dei bancomat.
«Le persone con problemi di vista possono accedere meglio ai servizi bancari grazie a interfacce accessibili e multisensoriali. Requisiti di altezza specifici aiutano gli utenti di sedie a rotelle e le persone di bassa statura». Inoltre le attrezzature It devono essere «accessibili e compatibili con le tecnologie assistite, consentendo alle persone con disabilità di partecipare pienamente all’occupazione». È richiesta anche la formazione obbligatoria in caso di disabilità e accessibilità per i fornitori di servizi.
Un quadro da cambiare
Non è certo un caso che, molto spesso, chi si deve spostare con l’ausilio delle carrozzine debba fare i conti con gli sportelli bancomat alti o i self service dei distributori di carburante non sempre accessibili per le persone di bassa statura. La speranza, come sottolineano i rappresentanti delle associazioni di assistenza e volontariato, è che qualcosa possa cambiare. Non a caso, a guardare positivamente questo provvedimento, sono proprio le realtà che si occupano della difesa e tutela dei diritti dei cittadini.
Giudizio positivo degli utenti
«Non possiamo che dire benvenuta Eaa – commenta Michele Carrus, presidente di Federconsumatori, l’associazione nazionale che si occupa della tutela dei diritti dei consumatori e dei cittadini-. La normativa EAA è stata approvata in UE nel 2019, con l’entrata in vigore differita al 2025, come spesso si fa per dare tempo agli operatori di prepararsi.
Si introducono criteri di adattamento alle persone diversamente abili per l’uso di strumenti digitali hardware e software, secondo una logica di progettazione by design». Un passo avanti nella realizzazione del processo di pari opportunità che vive con una condizione di svantaggio. «È una norma di civiltà, che si applica a tutte le imprese, anche alle Pmi, con l’esclusione delle microaziende (quelle sotto i 10 dipendenti i 2 milioni di fatturato) e quelle che possono dimostrare una grande sproporzione tra i costi dell’investimento richiesti e i mezzi aziendali in relazione alla loro particolare strumentazione operativa».
Applicazione ad ampio raggio
A spingere i rappresentanti delle associazioni a esprimere un giudizio positivo verso questo provvedimento, è il fatto che l’applicazione è ad ampio raggio. «Ovviamente riguarda tutti i campi dell’utilizzo del digitale: dal credito ai servizi di trasporto, dall’e-commerce agli e-book, dai totem alle comunicazioni. – aggiunge -. E diciamo “Finalmente”. Da un lato ci sarà probabilmente la solita opposizione dei sovranisti antieuropei e delle destre più retrive che difendono gli interessi dei potentati economici, spacciando fake news, che diranno che queste sono norme troppo stringenti, che costano un sacco di soldi che i piccoli non possono permetterselo, che c’è dietro la solita ideologia woke egualitaria».
Carrus evidenzia anche un altro aspetto: «Qui la IA, l’IOT, la realtà aumentata possono diventare davvero strumenti utili a facilitare l’interazione digitale delle persone con maggiori difficoltà, e questo è bene – conclude -. Ma è proprio per sviluppare queste modalità che serve una norma proattiva come l’Eaa, perché, diversamente, la sola ricerca dell’utilità economica nello sviluppo tecnologico non si volge spontaneamente agli strumenti per favorire l’inclusione sociale. Quindi benvenuta EAA».
Il caso spagnolo
In Spagna, la trasposizione della direttiva europea sull’accessibilità è avvenuta attraverso la Legge 11/2023 dell’8 maggio, entrata in vigore nel Paese per garantire che prodotti come computer e telefoni cellulari e servizi come e-commerce e piattaforme bancarie siano pienamente accessibili alle persone con disabilità e agli anziani.
Da quando la normativa europea è divenuta operativa, si registrano alcuni progressi concreti, soprattutto nel campo dei servizi digitali e delle piattaforme pubbliche. Diversi portali governativi hanno introdotto opzioni di lettura ad alta voce, un maggiore contrasto cromatico e compatibilità con i lettori di schermo. Alcuni siti includono anche contenuti adattati alle persone con difficoltà di comprensione, nell’ottica di un’inclusione digitale più ampia.
Nel settore dei consumi, diversi bancomat, terminali di pagamento e dispositivi elettronici hanno iniziato a incorporare funzioni di sintesi vocale e regolazione della dimensione dei caratteri. Tuttavia, secondo le principali associazioni per la disabilità, i progressi restano lenti e disomogenei.
Il nuovo Barometro dell’Accessibilità Web 2025, pubblicato in Spagna, evidenzia infatti che il 98% delle imprese private non rispetta ancora pienamente i requisiti previsti dalla legge europea. Il rapporto, basato sulle linee guida internazionali WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), indica che il 24% dei siti web analizzati non incorpora nemmeno i criteri tecnici di base.
Tra le principali carenze segnalate figurano l’assenza di testi alternativi per le immagini, che rende invisibili i contenuti visivi per chi utilizza lettori di schermo, contrasti insufficienti tra testo e sfondo, che ostacolano la lettura, e link privi di un obiettivo definito, che creano confusione nella navigazione.

