Il piano educativo individualizzato (PEI).



Con l’obiettivo dell’inclusione del soggetto con disabilità all’interno del gruppo classe, nasce, insieme alla legge 104/92, il Piano Educativo Individualizzato. “Il Piano Educativo Individualizzato (indicato in seguito con il termine PEI) è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l’alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione” (L. 104/02, art. 12).

Il percorso che porta alla stesura del PEI si compone di varie fasi: sicuramente, la prima fase è quella relativa alla certificazione e alla diagnosi. Partendo dalla segnalazione del caso, in seguito all’acquisizione di informazioni da parte dei vari soggetti coinvolti, quali medico di base, neuropsichiatra infantile, medico specialista, si arriva alla diagnosi clinica e, in seguito, alla certificazione della legge 104/92. Di pari passo con la diagnosi clinica, che ci da informazioni sulla patologia che sta alla base della disabilità, viene formulata anche una diagnosi funzionale-educativa: le figure preposte all’educazione, quali educatori, pedagogisti, psicologi e insegnanti, insieme agli operatori sanitari e alla famiglia, osservano e “diagnosticano” le abilità e le disabilità del bambino, ovvero i suoi punti di forza e di debolezza. A questa fase diagnostica, segue quella progettuale, poiché ci spostiamo verso il momento di intervenire: siamo nella fase del Profilo Dinamico Funzionale (PDF), che si collega alla diagnosi funzionale, la quale tuttavia deve essere considerata solo come un punto di riferimento, e non la base dell’intervento. Questo documento indica i prevedibili livelli di sviluppo possibilmente raggiunti dall’alunno, sulla base di cui è possibile programmare le strategie da introdurre.

Dai risultati del PDF, viene predisposto il PEI, in cui ciascun soggetto coinvolto, dagli insegnanti agli operatori dell’ASL all’operatore psicopedagogico, propone interventi diversi, che vengono integrati tra loro per arrivare alla redazione finale del piano educativo di quel singolo alunno. L’ultima fase, infatti, prevede la valutazione degli interventi proposti, ovvero si verifica che le scelte siano adeguate all’alunno, al suo livello di apprendimento e al contesto, e si indicano le attività, i materiali e le metodologie da applicare per l’insegnamento.

Non bisogna dimenticare, però, che il PEI non è rivolto a tutti gli alunni, poiché costituisce uno strumento della legge 104/92. Per favorire l’inclusione, tuttavia, la scuola dispone di un altro strumento, ovvero il Piano Didattico Personalizzato (PDP), rivolto agli studenti con un Disturbo Specifico dell’Apprendimento certificato dalla legge 170/10. Il PDP è per legge rivolto ai DSA; nonostante ciò, quando ci troviamo di fronte ad alcuni BES senza certificazione, il consiglio di classe può decidere se stilare il documento anche in questo caso.

Entrambi gli strumenti, PEI e PDP, favoriscono la personalizzazione della didattica; la sostanziale differenza riguarda però la costruzione di tali documenti. Mentre il PEI, infatti, viene elaborato e pensato per la singola persona, a partire dalla sua diagnosi e dal suo funzionamento, il PDP prevede delle attività rivolte a tutti, prendendo in considerazione il gruppo in cui è inserito l’alunno, facilitando però soprattutto la persona in difficoltà.

La didattica personalizzata e individualizzata, così come i metodi di valutazione, sono fondamentali per aiutare l’alunno e per rendere inclusivo il contesto scolastico. Non bisogna però rimanere ancorati a questo strumento, applicandolo in maniera rigida. Personalizzare la didattica è fondamentale tanto quanto inserire la persona con disabilità e offrirgli le stesse possibilità di sviluppo e socializzazione all’interno della classe. La legge, infatti, indica tra i traguardi degli alunni con deficit sì l’apprendimento, ma anche la relazione, la comunicazione, la socializzazione e l’autonomia. L’intervento individualizzato non deve identificare il soggetto con il suo deficit, ma prestare attenzione alla sua personalità e alle sue risorse. Infine, l’orizzonte di riferimento del PEI, non deve essere confinato alla scuola, in quanto i bisogni dello studente con disabilità sono estesi anche al dopo.

Tutte le scelte e gli obiettivi del PEI, dunque, devono avere valenza ecologica e rappresentare un tassello iniziale per la costruzione del progetto di vita dell’allievo.