Un ambiente aperto a tutti: IL CONTRIBUTO DI MARIA MONTESSORI.



L’uomo è influenzato dall’ambiente in cui vive e cerca di adattarlo ai propri bisogni. A tal proposito, il ruolo del contesto e dei sistemi nei quali è inserito è essenziale per la qualità di vita di ciascuno. L’interazione con il contesto influenza moltissimo le possibilità di vita della persona, ma soprattutto anche l’accesso a queste opportunità.

Sotto questo punto di vista è molto utile applicare la teoria montessoriana all’ambiente odierno. D’altronde la Montessori sottolineava come già dalla nascita il bambino sia influenzato dal rapporto con l’esterno, poiché dotato di una mente assorbente, che viene plasmata dall’ambiente e dall’interazione con esso. Lo sviluppo del bambino avviene, pertanto, grazie alla suddetta interazione. Maria Montessori si occupava principalmente di ambiente scolastico e di bambini: i bambini non hanno un loro ambiente, poiché vivono nel mondo degli adulti. Secondo la Montessori, una classe deve avere mobili e arredi fatti su misura, accessibili e con possibilità di spostamento. L’ambiente, pertanto, deve avere delle caratteristiche ben precise, per aiutare il bambino nel suo processo di adattamento, ovvero:

  1. Controllo dell’errore: gli oggetti rivelano subito al bambino se ciò che sta facendo è sbagliato, ad esempio un oggetto chiaro rivela subito la presenza di macchie.
  2. Estetica: gli oggetti devono essere attraenti e armonici.
  3. Attività: il materiale deve offrire molte possibilità di agire.
  4. Limiti: gli oggetti devono essere in numero limitato poiché troppi stimoli affaticherebbero il bambino.

Questa tipologia di ambiente agevolava i bambini, ne valorizzava le potenzialità a prescindere dal loro livello di partenza, poiché se l’ambiente lo permette, ogni bambino riesce a dare il massimo, ognuno secondo i propri tempi. Per questo motivo, la Montessori si interessò a bambini con difficoltà. Ogni bambino può fare da sé e non bisogna concentrarsi sulle sue mancanze, ma sulle sue risorse. Questo discorso è estendibile anche alla disabilità: il bambino con disabilità deve essere lasciato libero di provare, ma bisogna tuttavia eliminare gli ostacoli dell’ambiente e adeguare gli spazi a seconda delle esigenze individuali.

I materiali sensoriali sperimentati dalla Montessori sono stati estesi in contesti scolastici aperti a tutti; la studiosa, infatti, non ha mai distinto il materiale a seconda delle difficoltà del bambino. I suoi materiali, di conseguenza, si rivelano utili per ciascuno, anche per chi ha una disabilità, poiché è l’ambiente stesso a aiutare i bambini a migliorare sé stessi. Ciò permette di intrecciare il metodo montessoriano alla didattica inclusiva: ogni bambino può essere educato a prescindere dalla sua disabilità, status socio-economico e cultura. Ciò che emerge dal pensiero montessoriano e che si intreccia alla pedagogia speciale è l’importanza dell’ambiente.

Il contributo della ricerca si deve all’applicazione dell’approccio medico, che tuttavia non tiene in considerazione l’ambiente e si concentra soltanto sulla patologia. Allo stesso tempo, però, la scienza, attraverso la creazione di nuove tecnologie, si sta muovendo verso l’inclusività per garantire e migliorare il benessere delle persone diversabili. Il dialogo fra tecnologia e disabilità è antico e radicato. Infatti, le persone con disabilità possono fronteggiare i compiti quotidiani e le difficoltà anche grazie all’aiuto delle tecnologie assistive (AT). Queste ultime sono un qualsiasi prodotto (es. dispositivi, strumenti e software) che permette di migliorare la partecipazione, consente protezione, sostegno, controllo, sostituzione di funzioni corporee e, quindi, consente alla persona con disabilità di vivere una vita dignitosa e indipendente. Una AT viene progettata tenendo in considerazione la persona nella sua globalità e spesso si tratta di un processo complesso e specifico. Con gli anni, però, si sono diffuse anche delle tecnologie “mainstream” (TM), prodotti che possono assumere funzionalità assistive ma che hanno costi e tempi di realizzazione ridotti, facile reperibilità, maggiore accessibilità economica e un minore impatto stigmatizzante. Queste TM, infatti, sono accessibili a tutti e non solo a persone con disabilità. Pertanto, le AT riguardano dispositivi specifici per le menomazioni sensoriali, come l’impianto cocleare, o per la mobilità, come le carrozzine motorizzate.

Le TM, invece, sfruttando anche la connessione Wi-Fi, svolgono molteplici funzioni, tra cui quelle assistive. Possono essere importanti in questo caso alcuni dispositivi mobili in cui installare applicazioni o i sistemi operativi per la domotica, come gli assistenti vocali, che migliorano il rapporto con l’ambiente domestico. Un esempio è costituito dagli audiolibri, ovvero registrazioni audio del testo di un libro: tale strumento non nasce esclusivamente per le persone diversabili, tuttavia, costituisce un supporto aggiuntivo per queste ultime, specialmente nei casi di ridotta mobilità, difficoltà visive o di apprendimento. Per migliorare la qualità di vita, le persone con disabilità, ma anche quelle anziane, hanno bisogno di essere indipendenti e autonome, specialmente nel loro ambiente, ovvero quello domestico. Ciò risulta indispensabile per poter compiere azioni senza il continuo intervento di terzi. Ancor di più, in questo caso, diventa importante la Smart Home, termine usato comunemente per definire un’abitazione che usa un controller, spesso il telefono cellulare, per integrare vari sistemi automatici e per controllarli facilmente a distanza.

Come si può notare, quindi, il ruolo dell’ambiente diventa fondamentale per il benessere e l’autorealizzazione di una persona. Il contributo di Maria Montessori si profila come essenziale e aiuta a cogliere e a capire l’importanza del legame tra inclusività e ambiente. Il concetto di inclusione, infatti, riguarda la costruzione di contesti e ambienti, sia fisici che sociali, accessibili a tutti.

L’accessibilità riguarda avere concretamente accesso alle stesse opportunità degli altri e ciò riguarda anche l’accessibilità fisica: la possibilità di entrare all’interno degli edifici, di utilizzare mezzi di trasporto pubblici e il diritto di non essere ostacolati dalle barriere architettoniche. Diventa fondamentale, quindi, rimuovere tali ostacoli per permettere l’accesso a tutti gli spazi e luoghi del proprio paese, in quanto la persona con disabilità è un cittadino come tutti gli altri.

La presenza di facilitatori e la rimozione di qualsiasi barriera diventa un diritto imprescindibile, poiché altrimenti si verificherebbero delle discriminazioni. La persona con disabilità deve essere libera di muoversi, di sperimentare e di vivere nel suo ambiente e la vera inclusione avverrà soltanto nel momento in cui anche l’ambiente “capirà” che anche la disabilità rappresenta la normalità e quindi bisogna soddisfare i bisogni e le esigenze di tutti i cittadini, senza lasciare spazio ad alcun disagio e ostacolo.